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I messaggi chiave emersi dai tavoli di lavoro con gli stakeholder della mobilità

Nei primi due articoli di questa serie, “I pilot di riferimento per lo sviluppo della “Via italiana alla mobilità connessa”: una mappatura di oltre 160 casi” e “Finanziare la mobilità: uno sguardo sui programmi europei e nazionali a supporto della mobilità”, sono state descritte le principali caratteristiche dei 160 casi studio mappati a livello internazionale e le iniziative legate all’utilizzo dei fondi del PNRR nei principali paesi EU. Tali analisi sono state utili per identificare iniziative benchmark, modelli di collaborazione tra gli stakeholder della mobilità e le direzioni verso cui l’Europa e alcuni Paesi di riferimento (Italia, Francia, Spagna e Germania) stanno indirizzando gli investimenti per lo sviluppo di nuovi paradigmi di mobilità.

Le evidenze emerse, inoltre, hanno permesso di individuare i fattori abilitanti che si rendono necessari nel progettare e realizzare le iniziative di mobilità basate su tecnologie connesse: dotazione di infrastrutture, modelli di cooperazione e scambio dati, presenza di un “ecosistema” di stakeholder e di un ambiente favorevole alla sperimentazione.

Al fine di promuovere e favorire lo sviluppo degli elementi abilitanti appena citati nel contesto italiano, OCTO e The European House – Ambrosetti hanno organizzato, per il secondo anno consecutivo, un’intensa attività di stakeholder engagement.

Nel 2022 sono stati organizzati sette tavoli di lavoro, come occasione per condividere con i diversi stakeholders della mobilità e osservare secondo diverse angolature, i 14 progetti pilota identificati nel 2021. I sette tavoli di lavoro – Pianificazione urbana, Sicurezza Stradale, Mobility as a Service, Behavioural-based Pricing, Monitoraggio dell’efficienza delle flotte, Transition to green, Ecosistemi di scambio dati – fanno riferimento alle quattro aree strategiche alla base del progetto “Lo sviluppo della via italiana alla mobilità connessa”: Smart and Connected Mobility come abilitatori della Smart City, Mobility as a Service, Mobilità Connessa e Gestione delle flotte, Ecosistemi e spazi-dati per la co-creazione di servizi.

Figura 1 Le quattro aree strategiche di sviluppo e i sette tavoli di lavoro

Complessivamente, alle attività di stakeholder engagement hanno partecipato oltre 40 attori della mobilità, provenienti da diversi settori e ambiti di riferimento.

Figura 2 Gli stakeholder che hanno partecipato ai sette tavoli di lavoro

Il coinvolgimento di un così ampio e variegato gruppo di stakeholder ha permesso a OCTO e The European House – Ambrosetti di identificare alcuni messaggi chiave per ciascun tavolo di lavoro, utili per indirizzare l’iniziativa e cogliere spunti per indirizzare operativamente l’iniziativa.

Nel presente articolo sono descritte le evidenze e i risultati dei tavoli di lavoro che fanno riferimento alle prime due aree strategiche, ovvero “Smart and Connected Mobility come abilitatori della Smart City” e “Mobility as a Service” – il successivo articolo sarà dedicato alle rimanenti due aree strategiche.

Il primo tavolo è stato incentrato sui modelli di sviluppo delle città abilitati dalle tecnologie digitali e connesse. Questo ambito è particolarmente importante alla luce della rilevanza che le città assumono all’interno della società moderna: le città occupano circa il 2% del territorio totale, ma allo stesso tempo producono l’80% del PIL mondiale, oltre l’80% dei brevetti e delle innovazioni scientifiche e oltre il 70% delle emissioni di CO2. Inoltre, a livello mondiale, il 75% della domanda di mobilità avviene su scala urbana.

In Italia, la mobilità privata si conferma essere un nodo centrale degli spostamenti urbani, scelta come forma primaria di mobilità da oltre il 55% dei cittadini. La rilevanza dei mezzi di trasporto privati è chiara anche osservando il tasso di motorizzazione: l’Italia si trova al secondo posto in UE con circa 663 veicoli ogni 1.000 abitanti – un valore ben superiore rispetto alla media europea pari a 520.

Figura 3 Tasso di motorizzazione in UE27+UK. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su dati Eurostat, 2022

Inoltre, negli ultimi cinque anni, la “pressione” dei veicoli nelle aree urbane è in costante aumento (+4,3% nel periodo 2015-2020), una tendenza che si scontra con le necessità di vivibilità e sostenibilità delle città. Ad esempio, la presenza delle piste ciclabili in Italia è aumentata del +15,5% nello stesso periodo. A questo si aggiungono la necessità di aumentare gli spazi verdi e di socializzazione e l’opportunità di modellare lo spazio urbano per favorire l’attrattività economica del territorio.

Al fine di migliorare la pianificazione delle città, sarà fondamentale prevedere un’integrazione tra i piani di gestione della mobilità, dell’urbanistica e dell’energia. Soltanto sviluppando una visione sinergica tra i diversi ambiti tematici sarà possibile definire dei piani di medio-lungo periodo in linea con gli obiettivi di sviluppo della società.

Considerando le evidenze precedentemente descritte e quanto emerso dal tavolo di lavoro sono stati identificati i seguenti cinque elementi chiave:

  • I dati sono un elemento indispensabile per ri-progettare le città. L’utilizzo dei dati non solo abilita una gestione dinamica e «flessibile» della città, ma permette di definire nuovi approcci previsionali e di pianificazione mediante una stima ex-ante dei possibili impatti;
  • La riconquista dello spazio pubblico, come innovazione sociale e di business, rappresenta oggi la sfida principale delle città e in questo la gestione della mobilità è un tassello chiave;
  • A livello cittadino ci sono molte attività di pianificazione tradizionalmente non coordinate. La mobilità è un elemento trasversale che impatta su diversi ambiti di pianificazione ed è fondamentale un’attività di orchestrazione per assicurare il coordinamento efficace delle azioni;
  • Per creare innovazione nella mobilità urbana è necessario avviare una collaborazione attiva tra partenariati pubblici e privati, in cui ognuno possa valorizzare il proprio core business. Questo richiede anche la definizione di un framework normativo che consente di snellire i processi di introduzione dell’innovazione sia tecnologico che di sperimentazione di processo;
  • Le piccole e medie città italiane hanno necessità specifiche che non possono essere affrontate con delle soluzioni create per contesti metropolitani allargati. Per questo vi è la necessità di promuovere sperimentazioni su use case specifici delle città di piccole e medie dimensioni.

Sempre in riferimento alla prima area strategica è stato svolto un tavolo di lavoro dedicato alla sicurezza stradale.

Il tema della sicurezza stradale è certamente rilevante per lo sviluppo della mobilità ed è un tema centrale di tante iniziative istituzionali a livello internazionale da lungo tempo. Nonostante ciò, nel 2020, in EU sono stati registrati 18.844 morti sulla strada di cui 2.390 in Italia (12,7%). In particolare, è necessario considerare che in Italia l’incidenza dei morti per milione di abitanti è superiore rispetto a quella dei peer europei, seppur migliore della media europea: 42,3 in EU27 vs. 40,1 in Italia vs. 39,0 in Francia vs. 32,8 in Germania vs. 28,9 in Spagna.

Figura 4 Morti su strada in relazione al numero di abitanti, (morti su strada per milione di abitanti), 2010 e 2020. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su European Transport Safety Council, 2022

Per ridurre significativamente il numero di incidenti stradali sarà fondamentale sfruttare le tecnologie connesse, al fine di creare meccanismi per limitare i rischi durante gli spostamenti quotidiani. Infatti, il 92% dei decessi a livello europeo avviene su strade urbane e rurali. Le azioni di sviluppo futuro dovranno prevedere la creazione di nuovi sistemi di gestione della prevenzione attiva e la diffusione di sistemi di prevenzione passiva. Inoltre, lo sviluppo di piattaforme interoperabili e di sistemi tecnologici avanzati dei veicoli connessi renderanno possibile ridurre i tempi di intervento in caso di incidente riducendo quindi l’impatto anche ex post.

Con riferimento ai temi della sicurezza stradale sono emersi anche due nuovi ambiti da indirizzare quali la micromobilità (che pone nuove sfide in ambito legislativo) e la cybersecurity che deve garantire la protezione delle applicazioni dei veicoli connessi e quindi la sicurezza delle persone su strada.

Figura 5 Gli ambiti di azione della sicurezza stradale. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti, 2022

All’interno del tavolo sulla sicurezza stradale sono stati identificati tre messaggi chiave:

  • Gli incidenti stradali pesano circa il 2% del PIL italiano, è quindi fondamentale agire per promuovere sia la sicurezza attiva sia quella passiva garantendo tempi di risposta rapidi alle emergenze. Le tecnologie connesse sono un «alleato» fondamentale in quanto permettono di:
    • raccogliere dati puntuali utili per capire i «fattori di errore»;
    • prevenire e correggere gli errori umani (soprattutto dovuti a distrazione);
    • gestire in tempi rapidi le fasi di emergenza.
  • L’analisi degli stili di guida e la correlazione con le cause di incidente è un’attività chiave per diffondere consapevolezza dei rischi e attivare processi di coaching e autoapprendimento dei propri errori;
  • La connettività e la diffusione di nuove forme di mobilità pongono ulteriori sfide ai temi della sicurezza stradale. Ad esempio, sempre più è importante guardare ai cyber-risk che potranno diventare rilevanti con la diffusione di veicoli connessi e della necessità di avere software capaci di avere update over the air (requisito indispensabile nei veicoli a sempre maggiore automazione).

Nell’ambito della seconda direttrice strategica, “Mobility-as-a Service”, sono stati condivisi due ulteriori tavoli di lavoro di cui il primo proprio incentrato su sull’identificazione delle opportunità e delle sfide per lo sviluppo del MaaS, delle nuove soluzioni di mobilità integrata che consentono a loro volta di generare benefici per i cittadini in termini di esperienza di uso semplificata e quindi di maggiori servizi.

In riferimento a questo ambito, sono stati analizzati i fondi stanziati dal PNRR: a gennaio 2022, è stata allocata una prima tranche di risorse (16,9 milioni di Euro) a tre città metropolitane – Milano, Roma e Napoli – per lo sviluppo del paradigma MaaS. A maggio 2022, è stato indetto un secondo bando (16,9 milioni di Euro) per finanziare lo sviluppo di ulteriori tre iniziative tra le città metropolitane italiane.

AFigura 6 Secondo bando PNRR per lo sviluppo del MaaS. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su secondo bando MaaS, 2022

Dalle analisi svolte, OCTO e The European House – Ambrosetti ritengono che il focus della città e dei servizi si allargherà fino a considerare la “città estesa” entro cui devono trovare spazio le soluzioni specifiche per i piccoli comuni che sempre di più, soprattutto in Italia, costituiscono un patrimonio da valorizzare e quindi richiedono strade per nuove forme di mobilità.

Da questo tavolo di lavoro sono emersi i seguenti messaggi chiave:

  • Nello sviluppo delle soluzioni MaaS per cui è fondamentale prevedere una combinazione tra servizio pubblico e mobilità privata, la Pubblica Amministrazione dovrà assumere il ruolo di coordinatore individuando le condizionalità di interesse pubblico e coesione sociale;
  • I dati permettono di fornire una chiave di lettura dei diversi territori al fine di personalizzare i modelli di business sugli specifici contesti territoriali e consentire lo sviluppo competitivo delle soluzioni innovative;
  • Il MaaS non è solo un modello attraverso cui fornire offerte di mobilità in maniera integrata, ma è soprattutto uno strumento attraverso cui ripensare in logica «demand-driven» l’organizzazione dei servizi di mobilità;
  • L’organizzazione dei servizi di MaaS può beneficiare dell’integrazione di diverse sorgenti di dati che contribuiscono a migliorare le capacità di previsione della domanda di mobilità.

Nell’ambito delle tematiche afferenti al MaaS, sono state anche affrontati, in un tavolo di lavoro specifico, i temi legati al “Behavioural-based pricing” sono emersi alcune evidenze di valore derivante dalle tecnologie dei veicoli connessi che potranno indirizzare lo sviluppo di un nuovo paradigma di mobilità. In particolare:

  • I modelli di mobilità del futuro richiedono un ripensamento dei meccanismi di pricing, al fine di considerare non solo i rischi, ma anche le esternalità positive legate ai comportamenti degli utenti;
  • Le municipalità hanno l’opportunità di istituire meccanismi premianti che, in sinergia con i modelli sanzionatori, favoriscano l’adozione di comportamenti virtuosi da parte dei cittadini nei propri spostamenti;
  • Le tecnologie connesse consentono di ripensare i meccanismi assicurativi tenendo in considerazione le preferenze nei confronti di diverse forme di mobilità, aggregando negli attestati di rischio anche i comportamenti nell’uso di diverse forme di veicolo.

Nel prossimo articolo di questa serie saranno approfondite le altre due leve strategiche “Mobilità connessa e gestione delle flotte” ed “Ecosistemi e spazi-dati per la co-creazione di servizi”, descrivendone i messaggi chiave emersi dai tavoli di lavoro e le relative evidenze a supporto.

Autore:

The European House – Ambrosetti

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