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La normativa come fattore chiave per lo sviluppo di nuovi paradigmi di mobilità connessa e smart (Parte 2)

Nel precedente articolo di questa serie, dedicato anch’esso all’approfondimento della tematica normativa, sono stati analizzati tre ambiti di riferimento a livello europeo rispetto alla gestione e all’utilizzo dei dati (personali e non-personali, ma legati ai contesti della mobilità connessa e smart) e alcuni aspetti della normativa competitiva in riferimento ai modelli di business di piattaforma e alla realizzazione / all’offerta di servizi digitali.

L’analisi ha messo in luce alcuni aspetti chiave per lo sviluppo di un nuovo paradigma di mobilità connessa in cui i dati e il relativo scambio sono centrali. Inoltre, sono emersi l’importanza dell’attore pubblico e, nell’ottica di massimizzare le opportunità di creazione di valore, la necessità di definire use case specifici in cui valutare la posizione della Pubblica Amministrazione – nello specifico si fa riferimento ai casi in cui i dati scambiati siano ritenuti “personali”.

Nel presente articolo sono trattati altri tre aspetti della normativa legati alla mobilità connessa e smart. Al fine di contestualizzare la narrativa, le analisi partono dall’elemento fondante: l’ambito di policy “Cooperative, Connected and Automated Mobility” (CCAM).

Figura 1 Framework di analisi

La Commissione Europea ritiene fondamentale definire un piano di azione che prenda in considerazione la sempre maggiore connettività / automazione dei veicoli come fattori determinanti nel migliorare la sicurezza stradale. Nella pianificazione strategica, la Commissione Europea prevede di raggiungere il livello 4 di automazione nel 2020 e il livello 5 nel 2050. Nella visione dell’Istituzione Europea, al 2050, saranno azzerati gli incidenti mortali su strada e si sarà venuto a creare un ecosistema di servizi della mobilità competitivi e innovativi, grazie a normative ad hoc che regoleranno lo scambio dei dati e l’offerta di tali servizi.

Figura 2 Obiettivi della strategia europea per una mobilità intelligente e autonoma

L’automazione dei veicoli è uno degli elementi centrali nella mobilità del futuro, ma, assieme ad esso, sarà fondamentale sviluppare un ecosistema di interazione tra veicoli e infrastrutture stradali. A novembre 2016, è stata definita una strategia ad hoc, chiamata “Cooperative, Infrastructure Transport Systems” (C-ITS). L’obiettivo è definire gli aspetti regolatori e operativi che consentiranno agli utenti della strada e ai gestori del traffico di condividere i dati e di utilizzarli come input nella creazione di nuove offerte di valore.

Per raggiungere la visione di azzeramento degli incidenti e per promuovere la creazione di un ecosistema europeo di mobilità connessa e autonoma, la Commissione Europea ha scelto di definire alcuni strumenti normativi da implementare in maniera uniforme in tutto il territorio europeo. Il primo di questi è dato dalla Direttiva 2010/40 sul quadro generale per la diffusione dei sistemi di trasporto intelligenti nel settore del trasporto stradale e nelle interfacce con altri metodi di trasporto. Tale Direttiva è considerata una pietra miliare per lo sviluppo dei sistemi di infrastrutture connesse in Europa. Sin dal 2019, gli stakeholder dell’ecosistema della mobilità hanno segnalato la necessità di aggiornare la Direttiva 2010/40 per far fronte alle innovazioni tecnologiche e per normare le nuove opportunità di creazione di valore.

A seguito di un percorso di consultazioni pubbliche e al coinvolgimento delle associazioni di categoria a livello europeo, la Commissione Europea ha proposto, a dicembre 2021, una modifica alla Direttiva con l’obiettivo di accelerare la transizione dell’Unione Europea verso un’economia digitale e migliorare la disponibilità e l’interoperabilità dei dati digitali nei servizi di mobilità.

Figura 3 I settori prioritari all’interno della revisione della Direttiva 2010/40

Una volta pienamente attuata, la nuova Direttiva favorirebbe la creazione di un sistema di infrastrutture connesse che potrà migliorare la gestione del traffico e della mobilità, fornire informazioni dettagliate agli utenti della strada, ottimizzare il funzionamento del trasporto pubblico e la gestione delle flotte e del trasporto merci. In tal modo, oltre a raggiungere gli obiettivi di aumento della sicurezza stradale, sarà possibile sviluppare un sistema di trasporto più intelligente e interoperabile che consentirà di gestire in maniera più efficiente la mobilità e di promuovere lo sviluppo di nuovi servizi.

A livello europeo, la trattazione del paradigma Mobility-as-a-Service si ritrova quasi esclusivamente all’interno della Direttiva ITS e nella sua revisione, precedentemente descritta.

Nel 2017, in linea con quanto previsto nella Direttiva 2010/40, è stata emanata una Delegated Regulation (2017/1926) che ha previsto la creazione dei cosiddetti National Access Point – ovvero delle interfacce digitali in cui è possibile accedere ad alcuni dati e metadati. In particolare, questo strumento è stato utilizzato al fine di fornire dati statici e dinamici sulla mobilità e sul traffico con piena compatibilità e interoperabilità attraverso enti, ad esempio i fornitori europei di servizi di trasporto.

All’interno del nuovo documento della Direttiva ITS (Direttiva 2010/40 revisione 2021) viene dedicata una sezione alle offerte di mobilità come servizio e alla multimodalità. In questo caso, non sono ancora stati emanati atti di legge, viene però segnalata la necessità di introdurre normative che puntino a uniformare i sistemi di pagamento e l’interoperabilità dei dati al fine di favorire la creazione di un sistema di Mobility-as-a-Service diffuso ed efficiente.

Oltre a quanto contenuto nella Direttiva ITS, è possibile individuare alcune ulteriori normative che vanno a definire aspetti del paradigma di Mobility-as-a-Service, principalmente legati ai dati. Vi sono infatti normative – ad esempio Directive 2019/1024, Regulation 886/2013, Regulation 2019/1150 – che regolano la gestione e la possibilità di utilizzare i dati in possesso dell’attore pubblico, lo scambio dei dati raccolti dalle infrastrutture cittadine e i sistemi di scambio dati in un ambiente di mobilità multimodale.

Un ultimo aspetto normativo che ci preme segnalare, in linea con la Vision Zero di OCTO, è relativo alla sicurezza stradale. Dal 6 luglio 2022 è entrata in vigore la nuova “Vehicle General Safety Regulation” che introduce una serie di sistemi avanzati di assistenza alla guida obbligatori per migliorare la sicurezza stradale e stabilisce il quadro giuridico per l’omologazione dei veicoli automatizzati e completamente privi di conducente all’interno dell’UE. Secondo quanto riportato dalla Commissione Europea, “le nuove misure di sicurezza contribuiranno a proteggere i passeggeri, i pedoni e i ciclisti in tutta l’UE, salvando presumibilmente oltre 25.000 vite ed evitando almeno 140.000 lesioni gravi entro il 2038”. Con l’entrata in vigore del nuovo regolamento sulla sicurezza, la Commissione Europea potrà finalmente completare il quadro giuridico per i veicoli autonomi e connessi – nei prossimi mesi sono attese nuove norme per l’omologazione, il testing e la circolazione delle nuove tipologie di veicoli.

La tecnologia ci aiuta ad aumentare il livello di sicurezza delle nostre auto. Le nuove caratteristiche di sicurezza avanzate e obbligatorie contribuiranno ulteriormente a ridurre il numero di vittime. Oggi ci assicuriamo anche che le nostre norme ci consentano di introdurre in modo sicuro i veicoli autonomi e senza conducente nell’UE, in un quadro che pone al centro la sicurezza delle persone”, Margrethe Vestager, Executive Vice-President for a Europe fit for the Digital Age

La definizione di un quadro normativo sempre più completo e allineato con gli sviluppi tecnologici potrà abilitare la creazione di un nuovo ecosistema di mobilità connessa e smart. A tal fine, sarà fondamentale individuare delle nuove modalità di collaborazione tra gli attori, in particolare tra pubblico e privato, tali da favorire lo scambio di dati e lo sviluppo sinergico di nuovi servizi di mobilità in una logica di co-operazione.

Nel prossimo articolo di questa serie sarà data una vista sullo stato di avanzamento delle attività di sviluppo dei 14 progetti pilota di OCTO e The European House – Ambrosetti.

Autore:

The European House – Ambrosetti

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