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Le leve strategiche su cui lavorare per sviluppare la “Via italiana alla mobilità connessa”

Nel precedente articolo – “Il nuovo paradigma della mobilità: Acceleratori e proposte d’azione per la via Italiana alla mobilità connessa” – sono stati approfonditi i cinque fattori ostativi individuati come potenziali freni alla realizzazione della “Via italiana alla mobilità connessa” come di seguito riassunti:

  1. Il primo di questi fattori ostativi riguarda l’eterogeneità di approcci nella creazione di Mobility Data Space (MDS) nell’ambito del trasporto pubblico.
  2. Il secondo fattore ostativo, diretta conseguenza del primo, concerne appunto la difficoltà nel coinvolgimento degli attori privati nell’ambito dei Mobility Data Space per creare complementarità tra le diverse forme di trasporto e abilitare la creazione di servizi innovativi.
  3. Il terzo fattore ostativo è relativo alla difficoltà nell’instaurare collaborazioni tra attori pubblici e privati per la condivisione e l’utilizzo dei dati per le esigenze della smart city.
  4. Come quarto fattore ostativo è stata individuata l’arretratezza regolatoria del Codice della Strada che si scontra con la necessità di favorire la diffusione di nuove forme di mobilità. Nel caso specifico, il problema sta nella lentezza del regolatore nell’adeguarsi a cambiamenti frutto dell’avanzamento tecnologico, che spesso impediscono l’adozione di soluzioni innovative capaci di migliorare la competitività degli attori coinvolti in un mercato e aumentare la soddisfazione degli utenti finali.
  5. Il quinto e ultimo fattore ostativo ha a soggetto la necessità di aggiornare le normative sull’assicurazione (Codice della Strada e Codice delle Assicurazioni) per associare nuove formule di assicurazione a nuove forme di mobilità (ad es. assicurazione sull’utente invece che sul mezzo).

Affinché si realizzi la visione per la “Via italiana alla mobilità connessa” così come auspicata da OCTO e The European House – Ambrosetti, è necessario agire con urgenza per far sì che i cinque fattori ostativi, precedentemente descritti, si trasformino in elementi abilitanti tali da favorire e promuovere lo sviluppo di un ecosistema italiano della mobilità connessa. In questo senso, secondo OCTO e The European House – Ambrosetti, sarà fondamentale favorire la sperimentazione di nuove progettualità sfruttando il valore dei dati e gli strumenti messi a disposizione dalle nuove tecnologie, per rendere disponibili soluzioni di mobilità sempre più customer centric e al servizio del concetto di Smart City.

In particolare, nella visione di OCTO e The European House – Ambrosetti, risulterà fondamentale lavorare per creare valore per i consumatori, la società e le aziende attraverso lo sviluppo di nuovi modelli di Mobility-as-a-Service e tramite la promozione della Vision Zero – delineata da OCTO e sostenuta da The European House – Ambrosetti e declinabile con lo statement “Zero Incidenti, Zero Traffico e Zero Inquinamento”.

Inoltre, dai tavoli di lavoro tematici svolti nel corso dell’iniziativa con il coinvolgimento di oltre trenta primari stakeholder a livello nazionale sono emerse quattro leve strategiche su cui poter agire al fine di sviluppare la «Via italiana alla mobilità connessa».

Figura 1 Le quattro leve strategiche per lo sviluppo della “Via italiana alla mobilità connessa”. Fonte: The European House – Ambrosetti, 2021

Il progetto la «Via italiana alla mobilità connessa» intende favorire la sperimentazione dei paradigmi Mobility-as-a-Service e Vision Zero attraverso un modello ecosistemico in cui istituzioni e attori della mobilità collaborano secondo logiche di co-opetizione nella creazione di servizi ed esperienze.

In questo senso, i tavoli di lavoro sono stati un’occasione per entrare in contatto con i diversi stakeholder della mobilità e raccogliere contributi e suggerimenti da parte degli stessi.

Nel corso dei tavoli di lavoro e dell’ultimo Advisory Board sono state presentate alcune best practice internazionali con l’obiettivo di dimostrare l’esistenza di soluzioni allineate con le leve strategiche individuate dal gruppo di lavoro di The European House – Ambrosetti.

Rispetto alla prima leva strategica – Costruire trasparenza e fiducia -, i cui elementi alla base sono già stati descritti nel precedente articolo di questa serie [1], si è scelto di analizzare due casi studio realizzati in Germania nelle città di Francoforte (in partnership con la città di Dortmund) e Amburgo.

Entrambe le municipalità hanno compreso il potenziale legato all’utilizzo dei dati e alla creazione di sinergie con attori privati per sviluppare dei nuovi modelli di mobilità altamente innovativi e ad alto valore aggiunto per gli utenti delle città.

La trasformazione digitale della città di Francoforte è stata improntata sull’obiettivo di far evolvere le strategie di gestione del traffico in proposte di navigazione ottimizzata nella città. Il progetto pilota è stato chiamato «SCHOOL» e ha coinvolto otto attori sia pubblici sia privati – complessivamente il progetto è finanziato da un budget di circa 2 milioni di Euro.

Figura 2 I partner del progetto “SCHOOL” di Francoforte

Il progetto consiste nella creazione di un Mobility Data Space (MDS) per raccogliere e scambiare dati sulla mobilità al fine di abilitare lo sviluppo di nuove offerte rivolte ai cittadini e nuove strategie di gestione del traffico.

Attraverso una cooperazione più diretta tra attori pubblici e privati e lo sviluppo di nuovi canali di comunicazione e scambio dati tra settore pubblico, fornitori di servizi di mobilità, attori locali e cittadini, i promotori intendono favorire lo sviluppo di nuovi modelli di business. A tal fine, sono stati definiti i seguenti obiettivi strategici del progetto:

  • Migliorare l’accesso ai dati per il settore pubblico e per gli attori privati.
  • Sviluppare applicazioni basate sui dati per gli attori della gestione del traffico e il settore dei consumatori.
  • Sviluppare delle strategie per la riduzione delle emissioni legate alla mobilità.
  • Definire delle strategie di gestione del traffico condivise tra diversi attori (città, stati, attori privati, ecc…).
  • Promuovere la ricerca, lo sviluppo e la messa sul mercato di servizi di gamification e incentivi per motivare gli utenti della strada a seguire le strategie pubbliche.
  • Sviluppare dei nuovi modelli di business che mettano in relazione la mobilità privata con quella pubblica, coinvolgendo i diversi stakeholder[2].

All’interno del progetto SCHOOL, le soluzioni e i modelli operativi sono sviluppati secondo logiche di cooperazione tra attori pubblici e privati. Nello specifico, la città di Francoforte conta di sviluppare un sistema di raccolta dati sulla viabilità, rendendoli disponibili su un MDS. Gli sviluppatori di piattaforme di routing avranno accesso ai dati e potranno proporre percorsi alternativi e segnaletica virtuale (che sarà integrata con i sistemi smart di segnaletica disposti nella città)[3].

Un secondo esempio prende in considerazione lo sviluppo di un nuovo modello di mobilità ad Amburgo che ha preso il via con il lancio di un progetto di digitalizzazione della mobilità nelle aree urbane e rurali – un progetto supportato da un investimento di 21 milioni di Euro[4].

A oggi il progetto, denominato RealLabHH, conta oltre 32 partner e sarà portato a compimento entro fine 2021. Saranno sviluppate e testate delle offerte di mobilità innovative in dieci sotto-progetti che spaziano dalle piattaforme di mobilità alla sperimentazione dei sistemi di guida autonoma, all’uso di micro-depositi per ridurre il traffico logistico e alla messa a disposizione di navette funzionanti secondo logiche on-demand[5].

A livello italiano, vi sono poche e piccole iniziative circa la creazione di Data Space: la maggior parte di esse viene sviluppata a livello di singole aree urbane. L’obiettivo per la “Via italiana alla mobilità connessa” dovrebbe essere quello di promuovere un’integrazione tra trasporto pubblico-privato su scala sovraregionale e tra i relativi dati, generando così nuove opportunità di sviluppo ecosistemico per la mobilità.

Per quanto riguarda la seconda leva strategica – Costruire co-opetizione e valore per i clienti – si è scelto di analizzare un progetto europeo, Catena-X, nato nell’alveo della più ampia iniziativa Gaia-X – di cui abbiamo parlato nell’articolo “Il nuovo paradigma della mobilità: un modello di sviluppo e alcuni elementi alla base dei progetti pilot”.

Catena-X è un network composto da alcuni dei principali attori del settore automotive europeo (ad esempio, Mercedes, BMW, Volkswagen), riunitisi per creare e implementare la prima “data-driven value chain” all’interno dell’industria dell’automotive.

Le aziende coinvolte si sono poste i seguenti obiettivi: aumentare la competitività dell’industria automobilistica, migliorare l’efficienza attraverso la co-opetizione e accelerare i processi aziendali attraverso la standardizzazione e l’accesso alle informazioni e ai dati.

Inoltre, le strutture esistenti dell’industria automobilistica europea, come i processi nel campo della logistica delle parti, devono essere integrate nella rete e ulteriormente ottimizzate. Oltre ai vantaggi derivanti da una maggiore efficienza nella catena di approvvigionamento, i partecipanti alla rete si aspettano processi di qualità, una maggiore trasparenza in termini di emissioni di CO2 (che saranno ridotte in modo sostenibile) e una gestione semplificata dei dati tra le aziende del network. Concretamente i promotori intendono creare flussi standardizzati di dati e informazioni lungo l’intera catena del valore. Il focus è volto a generare benefici e valore aggiunto per ogni partecipante alla rete, mantenendo la sovranità dei dati in conformità con gli standard dell’Unione Europea (in linea quindi con quanto definito all’interno di Gaia-X).

Figura 3 I sei principi alla base di Catena-X. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su sito Catena-X, 2021

Per quanto riguarda la terza leva strategica – Creare valore condiviso – si è scelto di analizzare alcuni progetti pilota, svolti nell’ambito dell’associazione no-profit Digital Europe.

Intel e Mobileye hanno programmato, nel periodo 2022-2023, il lancio in Europa del modello MaaS tramite una particolare tecnologia di guida autonoma sviluppata in partnership con alcuni OEM e attori pubblici. Il lancio della soluzione di MaaS avverrà dopo anni di sperimentazioni e testing che hanno permesso di ottimizzare la tecnologia RSS (Responsibility-Sensitive Safety), raggiungendo altissimi livelli di sicurezza. La soluzione proposta dalle due aziende tecnologiche punta a perseguire la componente “Zero Accidents” della Vision Zero, sviluppando di fatto un sistema di guida autonoma capace di arrivare a livelli di sicurezza tali da (quasi) azzerare i rischi di incidente.

Ericsson ha avviato una collaborazione con il Dutch Minister of Infrastructure and Water Management, 60 autorità locali e alcune aziende private – anche competitor – per realizzare un progetto chiamato “Talking traffic”, il cui obiettivo è quello di accelerare lo sviluppo di sistemi del traffico intelligenti, capaci di raccogliere, gestire e analizzare dati in real time. I dati elaborati saranno poi inviati agli utenti della strada (dai pedoni, ai driver, alle auto autonome) e alle autorità di gestione con l’obiettivo di aumentare la sicurezza e migliorare la gestione delle città, ottimizzando le indicazioni stradali sulla base dei flussi reali. I dati e le applicazioni sono accessibili grazie a standard internazionali. Al 2020, oltre 2,5 milioni di persone hanno avuto la possibilità di sperimentare le funzionalità del sistema.

In questo caso è stato possibile identificare anche un esempio italiano.

L’Ecosistema Digitale E015 è una iniziativa promossa da sei attori – Regione Lombardia, Confindustria, Camera di Commercio di Milano, Confcommercio, Assolombarda e Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza – e coordinata da Cefriel.

L’obiettivo dell’iniziativa è di creare delle relazioni digitali fra soggetti diversi, sia pubblici che privati, interessati a valorizzare il proprio patrimonio digitale o ad arricchire le soluzioni software per i propri utenti con le funzionalità e le informazioni condivise dagli altri partecipanti. I dati sono pubblicati sulla piattaforma digitale E015 e sono accessibili tramite API (oggi il numero di API disponibile è superiore a 180).

L’ultima leva strategica è creare innovazione. In futuro, secondo la visione di The European House – Ambrosetti e OCTO, la disponibilità di dati permetterà lo sviluppo di innovazioni rispetto a due assi principali: innovazione per lo sviluppo di verticali di offerta, ossia focalizzandosi su specifici servizi al consumatore; sviluppo di una customer experience di alto livello, capace di creare valore tramite l’ingaggio con il cliente. Analizzando le esperienze di altre industry, quale ad esempio il finanziario con il fenomeno fintech, è ipotizzabile che, grazie appunto alla possibilità di disporre di dati, si assisterà allo sviluppo di diverse singole iniziative in una o nell’altra direzione ad opera di new-entrants.

La preferenza iniziale di una delle due direzioni, verticalizzazione offerta o customer engagement, non deve implicare un completo abbandono delle attività di sviluppo nell’altro ambito. Anzi, la disponibilità di entrambi i filoni di sviluppo permetterà ai primari attori del mercato di disporre di un ecosistema di soluzioni integrabili. Si ritiene infatti che gli attori di maggior successo in futuro saranno coloro in grado di creare degli ecosistemi del valore capaci di integrare i vantaggi competitivi derivanti da diversi sviluppi. In tali ecosistemi, secondo un approccio co-opetitivo, le aziende potranno integrare le best practice sviluppate all’interno dell’industry e in tal modo creare nuovi prodotti / servizi ottimizzati e offerti con un alto grado di integrazione a livello dell’esperienza di utilizzo.

Per avviare un percorso verso la concretizzazione di questa visione si ritiene necessario individuare una serie di progetti pilota con applicazioni pratiche di creazione di valore attraverso i dati, in cui OCTO si posizioni, secondo logiche di co-creazione, come soggetto abilitante al centro dello sviluppo dell’ecosistema della mobilità connessa, assieme a stakeholder chiave.

Considerando queste leve strategiche e i principi alla base della visione di OCTO e The European House – Ambrosetti, ossia trasparenza, interoperabilità e standardizzazione, il team di progetto ha individuato alcuni attori che potrebbero essere coinvolti nello sviluppo di progetti pilota.

Le classi di attori individuate sono state scelte sulla base della fattibilità dei progetti, considerando un arco temporale di breve termine, e del relativo ruolo all’interno dell’ecosistema della mobilità.

Secondo tali principi, OCTO e The European House – Ambrosetti hanno individuato 8 classi di attori – Amministrazione cittadina, Operatore TPL ed extraurbano, Vehicle sharing, short term renting, long term renting, Assicurazioni, Utility, Servizi di maintainance e car dealer – e 6 macro-temi progettuali:

  • Pianificazione urbana – utilizzare i dati e i veicoli connessi per monitorare in tempo reale il traffico nelle città e gestire la viabilità sulla base dei flussi in ingresso e in uscita.
  • Sicurezza – sfruttare le tecnologie abilitanti dei veicoli connessi per aumentare la sicurezza sulle strade e ridurre il numero di incidenti.
  • Monitoraggio dell’efficienza della flotta – valutare l’efficienza di ciascun mezzo della flotta per ottimizzare i programmi di manutenzione e individuare eventuali problemi del veicolo.
  • Modelli di pricing – sfruttare i dati raccolti dai mezzi per definire nuovi modelli di pricing volti a premiare un utilizzo green del mezzo.
  • Monitoraggio delle emissioni – raccogliere i dati dal mezzo per capire l’effettivo livello di emissioni e definire di conseguenza meccanismi premianti o penalizzanti.
  • Modelli MaaS – creare dei nuovi modelli di mobilità connessa e smart che migliorino la vivibilità delle città e riducano, al contempo, l’inquinamento degli spazi urbani.

Complessivamente OCTO e The European House – Ambrosetti hanno definito oltre 35 progetti pilota di cui 15 considerati come prioritari, ossia implementabili nel breve periodo (circa 6 mesi).

Si tratta di una proposta concreta per avviare la «Via italiana alla mobilità connessa» attraverso azioni capaci di generare già nel breve periodo ritorni per le aziende e la collettività perseguendo a Vision Zero.

Nel prossimo articolo di questa serie saranno definiti e descritti alcuni dei principali progetti pilota, specificandone le caratteristiche chiave e le modalità di esecuzione, in linea con le soluzioni proposte da OCTO.


[1] Si fa riferimento all’articolo “Il nuovo paradigma della mobilità: un modello di sviluppo e alcuni elementi alla base dei progetti pilot”, pubblicato da OCTO e The European House – Ambrosetti, 2021.

[2] Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su articolo “school – Strategiewechsel durch Open Data orientierte Lösungen”, pwpSystems, 2021.

[3] Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su sito Federal Ministry of Transport e Digital Infrastructure, Germany, 2021.

[4] Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su sito RealLabHH, 2021.

[5] Ibid.

Authors:

Alessandro Viviani : Senior Consultant – Innotech Hub
Corrado Panzeri : Associate Partner – Head of InnoTech Hub
The European House – Ambrosetti

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